www.thebisness.com - Settimanale di satira aziendale e del management (edizione italiana)
by PIER PAOLO CEVOLI
Numero quarantotto
Lunedì otto aprile duemiladue
Esce il martedì (o un po' dopo)
Redazione: Stefano Del Magno, Giampaolo Montaletti, Alberto Scotti, Emiliano Canova, Pierguido Quartero

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MATRIMONI
Nessuna donna fa un matrimonio d'interesse. Prima di sposare un milionario ha tutte le possibilità di innamorarsi di lui.
Cesare Pavese

Il matrimonio è molto simile a un circo: dalla pubblicità sembra che offra molto di più.
Edgar Watson Howe

In una casa lo spirito della donna non serve se non a far passare per un imbecille il marito.
D'Houdetot


MATRIMONI (2)


THE BISNESSEIDE
Molti lettori (poco abituati a farsi gli affari loro) ci chiedono "Scusate, ma chi c'è dietro The Bisness?". Dopo un lungo e travagliato dibattito, la redazione ha deciso di rispondere. La proprietà del sito è di una multinazionale, La The Bisness SpA. Con questo numero inizia la pubblicazione della vera storia della La The Bisness SpA.


Storia epica di un impresa
PRIMA PUNTATA: Gli albori

In un bel giorno di primavera, in cui la nebbia si diradò anche alla barriera di Mestre, nacque il Presidente (clicca sulla foto per vedere l'ingrandimento). Prodigi e segni misteriosi nel cielo ne annunciarono il concepimento: i salmoni dalle loro buste risalirono tutta la loro preparazione per ributtarsi, affumicati com'erano, nel Mare del Nord, alcuni forni a microonde cominciarono a manifestare crisi di astinenza da carbonella e una ditta di La Paz (Bolivia) cercava disperatamente ? senza riuscirci ? di assumere operai a Treviso (Italia).
Già dal seno materno, manifestava le sue qualità di manager, scalciando come un forsennato se qualcuno diceva "fornitori" oppure "aumenti al personale" e addormentandosi, invece, quieto, quando la dolce voce della madre sussurrava l'elenco delle quotazioni alla Borsa di Tokyo.
Da piccolo, prima di andare all'asilo, scarabocchiava di organigrammi i muri di casa e amava molto le fiabe di Arthur Andersen (ovviamente, quelle dell'omonima società di revisione), alle medie offriva merende ai suoi compagni di banco in cambio del loro know ? how (quelli senza spirito d'impresa copiavano solamente).
Era bravo, bravissimo e il rating dei professori non scese mai sotto la tripla A.
Al liceo, conobbe i primi turbamenti amorosi (ah i brividi quando si parlava su una panchina di nuda proprietà!) ed ebbe la sua prima relazione (o report, come adesso ama dire).
Lei era bellissima: occhi chiari come il mare dei cataloghi di un villaggio vacanze, snella come un cerbiatto in un parco tematico, i capelli lunghi e scuri come il caffè americano.
Ma un giorno, la storia finì e lui fu un signore: non la lasciò, la mise in mobilità.
D'estate, mentre tutti i compagni partivano per le meritate vacanze, lui lavorava come lavapiatti in un ristorante (ricordarsi di inventare i piatti di carta in similporcellana di Limoges); poi si iscrisse all'università.
Lunghe notti insonni a preparare gli esami (aveva una media del 30% in più rispetto all'esame precedente) per arrivare alla laurea. Dottore a pieni voti: la commissione gli assegnò la lode, la dignità di stampa e una segretaria della Facoltà per filtrare le telefonate.
I suoi avevano le lacrime agli occhi (ricordarsi di inventare i tergiciglia elettrici) ma lui li gelò.
"Voglio la mia parte di eredità - disse - devo mettermi in proprio" e il padre "ma figlio, tornerai un giorno, come il figliol prodigo?
La risposta dice già di che inappuntabile stoffa fosse il Presidente "No, non tornerò; anzi, dato che ci siamo e a scanso di equivoci, il vitello grasso lo porto via con me".

Fine prima puntata (musica di sottofondo)