CAMPAGNE
PROMOZIONALI |
Quello
che non
si può vendere si deve regalare.
Giulio
Cesare
Dio
me l'ha
data, guai a chi la tocca.
Napoleone
- Cerimonia di incoronazione a Re d'Italia
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PROMOZIONI
CAMPAGNALI |

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THE BISNESSEIDE
- terza puntata |
Gli altari
Sparuti
lettori, ci eravamo lasciati laddove il dolce zefiro delle circostanze
cominciava a spettinare i grafici di vendita della società e a
scompigliare
il conto corrente del nostro Presidente.
Nel
particolare
segmento del mercato di cui BISNESS si occupa (a proposito, nessuno
è
in grado di dire qual è ma non è rilevante: i peones non
conoscevano Diego della Vega ma tutti avevano bisogno di Zorro), ora il
Presidente è un re, e un re, si sa, ha bisogno di un maniero, di
una piramide, di una ziqqurat, di un mausoleo, di un Circo Massimo con
annesso Anfiteatro per la corsa delle bighe. Ha bisogno di una sede.
Laddove
c'era
l'erba e la lamiera degli inizi, una Via Gluck di stenti e miserie,
architetti
di grido, arredatori di grido, muratori di grido (il capomastro
preparava
il cemento in una betoniera nera firmata da Armani) lavoravano
alacremente
per la costruzione della IX meraviglia del mondo: la sede. Vetri di
Murano
scintillavano sulla facciata, maestranze boeme nella hall montavano
enormi
lampadari a gocce, sembrava di essere a Montecarlo per l'annuale ballo
della Croce Rossa.
Anche
le macchinette
dispensatrici di vivande (si, proprio loro, quelle che in un'azienda
qualunque
distribuiscono meste confezioni di tarallucci africani, sfarinati di
cracker
e liquidi nominalmente differenti ma chimicamente omologhi) erano uno
splendore:
plurilingui, con possibilità di utilizzo di vise, mastercards,
american
expresses gold, silver, platinum e altri metalli nobili, fornite di
etnocucina
(karkadè, caipirinha, sushi, soupe d'onion, fagioli con le
cotiche).
Nel
frattempo,
il Presidente proseguiva la sua campagna aggressiva e incentivante nei
confronti delle risorse umane (si, quelli che una volta erano gli
impiegati
e gli operai, ora si chiamano così. E' una finezza, è la
nuova lingua d'oc del business che infiora dialoghi sfibrati dalla
consuetudine:
"o tu, presso qual signore, ottieni la mercede per il dignitoso tuo
esistere?
[trad. di "Dove lavori?"] "Ah, son risorsa umana in un opificio,
laddove
il numero sotto il numero si incolonna" [trad. "Faccio il contabile in
una fabbrica"].)
The
BISNESS
aveva ormai trecento risorse umane, le migliori teste d'uovo rubate
alla
concorrenza, uno stuolo di segretarie di rettilinea efficienza ma con
curve
da Passo Pordoi.
Dolce
musica
di profitti che sale al cielo, una sinfonia wagneriana di ordini, una
cavalcata
delle Valchirie di fatturati e lui, il Presidente, come Lohengrin,
discendeva
maestoso il fiume della popolarità.
E
il suo nome,
composto di peonie e alloro, fu inciso in caratteri gotici sul green
del
più esclusivo Golf club della città, dove anche le
palline
e le buche hanno la evve moscia.
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L'ANGOLO
ACUTO DELLA POESIA |
IL PRIMA E
IL DOPING
La
salita
si fa sempre più dura
fredda
è
la pioggia e mi bagna
ma
in cima
all'erta montagna
mi
aspetta
severa la Procura.
Una
volta
avevo uno scopo
di
arrivare
primo o secondo
ora,
di spiegare
a tutto il mondo
che
in realtà
io non mi dopo. |
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